Il Mondo Nuovo: Utopia o Distopia?

<<La stabilità. Il bisogno primo e ultimo. La stabilità. Di qui tutto il resto>>.

Mustafà Mond, Governatore dell’Europa occidentale, utilizza queste parole per giustificare la condizione socio-politica mondiale nell’anno di Ford 632, dinanzi ad una scolaresca adorante.

In un discorso altisonante, rievoca un passato segnato da atroci catastrofi, quali la Guerra dei Nove Anni e il Grande Disastro Economico che ne seguì, raccontando come, per risollevare le sorti di una popolazione lacerata dal conflitto e dalla povertà, i dieci Governatori Mondiali decidessero di rivoluzionare le fondamenta della struttura sociale.

Una rivoluzione tale da garantire stabilità politica duratura, appagamento della comunità mondiale e sicurezza economica.

“Comunità, Identità, Stabilità” è, infatti, il motto dello stato mondiale totalitario ideato da Aldous Huxley nel romanzo distopico Brave New World (“Il Mondo Nuovo”), complessa opera fantascientifica in cui l’autore ipotizza un futuro fatto di esseri umani concepiti in provetta, di classismo estremo, di condizionamento psichico e promiscuità.

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Secondo Huxley, il requisito primario per il raggiungimento della stabilità collettiva sta nel controllo delle nascite, principale soluzione al problema della sovrappopolazione e, dunque, della carenza di beni e risorse, che causano malcontento e precarietà sociale.

Nel Mondo Nuovo, quindi, l’istituzione familiare viene abolita, così come la viviparità, a favore della “coltivazione” di embrioni in provetta. Questo consente allo Stato di seguire lo sviluppo dell’essere umano sin dal momento del concepimento e di influenzarlo in base a precise esigenze politiche ed economiche.

Sono cinque le classi sociali a cui gli individui vengono predestinati già allo stadio embrionale: Alfa, Beta, Gamma, Delta ed Epsilon.

La piramide sociale è rigida e solidamente strutturata, in modo tale che gli appartenenti a ciascuna classe siano perfettamente soddisfatti della propria condizione e del proprio ruolo all’interno della comunità. Ma come creare una coscienza di classe che non vacilli, minando l’agognata stabilità?

Il processo di condizionamento e di costituzione della coscienza collettiva inizia già in provetta, favorendo con cura e attenzione lo sviluppo degli embrioni Beta e Alfa e impedendo, al contempo, quello degli esponenti delle classi inferiori.

Gli orribili Epsilon, in particolare, vengono descritti nel libro come “semiaborti” ed è quello che sono, letteralmente. I loro embrioni sopportano una  voluta carenza di ossigeno che ne impedisce il corretto e completo sviluppo, così che anche quando completamente formati, gli Epsilon restino per tutta la vita sotto la soglia di normalità fisica e cerebrale.

Ironicamente, questi “semiaborti” non hanno le facoltà necessarie per comprendere l’infelicità della propria condizione e, come gli esponenti delle restanti classi, gli Epsilon vengono condizionati sin dall’infanzia ad amare la propria vita e il proprio ruolo sociale, tramite quella che Huxley definisce <<La maggiore forza moralizzante e socializzante di ogni tempo>>: l’ipnopedia, ovvero, l’insegnamento durante il sonno.

Concetti semplici, “parole senza ragione”, vengono accuratamente selezionati ed espressi in formule immediatamente assimilabili e ripetuti metodicamente ai fanciulli dormienti per un numero di volte ben preciso, quanto basta per sedimentarsi nei loro cervelli e calcificarsi perennemente. Questi concetti costituiranno la coscienza di uomini e donne adulti, la loro mente, non individuale e autonoma, ma standardizzata, comune a quella di tutti gli appartenenti alla medesima estrazione sociale.

Si scostruisce, così, la coscienza di classe su cui si erge la società del Mondo Nuovo, compatta e al contempo finemente ripartita, solida ed equilibrata. Perché nell’anno di Ford 632 ognuno ricopre un ruolo ben preciso, per il quale è stato appositamente creato: la produzione di massa ( da qui il richiamo al fordismo dei primi del ‘900, che nell’universo di Huxley costituisce un vero e proprio culto) diviene, in sintesi, quella delle persone e, così, Epsilon, Gamma e Delta vengono creati a gruppi di decine di gemelli identici, che trascorreranno la propria vita lavorando a macchinari identici per produrre beni di consumo in serie.

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credits: Anna Kavehmehr Art

Sebbene godano di uno sviluppo più completo e umano, anche gli esponenti delle classi sociali più elevate subiscono lo stesso tipo di condizionamento e la stessa privazione di caratteri individuali. Guardano con orrore al diverso, a tutto ciò che non è conforme alle consuetudini. La standardizzazione del pensiero e delle azioni non risparmia nessuno.

Eppure, nonostante questo attento controllo da parte dello stato totalitario, l’individuo resta pericolosamente instabile, come una condotta d’acqua sotto pressione, pronta a esplodere in qualunque momento. Difficile cancellare dall’essere umano la capacità di provare emozioni, ed i turbamenti di spirito costituiscono una tremenda minaccia per la stabilità collettiva.

<<Non c’è civiltà senza stabilità sociale. Non c’è stabilità sociale senza stabilità individuale>>.

Il regime trova una parziale soluzione al problema istituendo una totale libertà sessuale, in modo da evitare gli eccessi sentimentali e l’irrazionale passionalità che ne consegue. La promiscuità è incoraggiata, la monogamia condannata (<<“Ognuno appartiene a tutti gli altri”>>).

L’amore esclusivo è un sentimeto forte, incontrollabile, che può persino condurre l’essere umano alla follia e va, dunque, scoraggiato. Tale libertà sessuale, al contrario, permette un costante sfogo di qualsivoglia pressione emotiva e risulta, al pari del condizionamento ipnopedico, misura necessaria per il conseguimento della stabilità.

Tuttavia, non basta. Huxley sa che l’appagamento dell’individuo ha bisogno di un ulteriore, definitivo espediente che, nel Mondo Nuovo, prende il nome di Soma, una droga sintetica utilizzata dal governo per garantire il costante benessere emotivo della popolazione mondiale.

Somministrata giornalmente a piccole dosi, questa sostanza, pur non provocando danni fisiologici a chi la assume, induce visioni ed euforia, alleviando ogni latente segno di depressione e scongiurando ogni pericolo di scontento.

Condizionamento nelle sue varie forme, libertà sessuale, droga. La società del Mondo Nuovo è, soto alcuni punti di vista, quasi perfetta. I suoi componenti sono spinti al consumo di beni e risorse talmente metodico da non compromettere la solidità economica (<<“È meglio buttare che aggiustare”>>), vivono di distrazioni costanti, che li rendono docili e appagati e non devono sopportare dispiaceri o turbamenti di alcun genere.

Tranne per qualche eccezione.

Bernard Marx, un Alfa plus, pare un pesce fuor d’acqua nella spensierata comunità appena descritta: solitario, insicuro, riluttante ad assumere il miracoloso Soma, segretamente sprezzante delle consuete pratiche poligame e, per questo, guardato con diffidenza ed emarginato.

Bernard fatica a trovare un posto in una società che, normalmente, gliene avrebbe già fornito uno: uniformarsi alle usanze tipiche della propria casta gli riesce praticamente impossibile e in una società in cui la vita comune è fondamentale, questo lo condanna alla solitudine e all’amarezza. Solo il facoltoso amico Helmholtz sembra afflitto dalle medesime  incertezze riguardo la propria esistenza.

Il pensiero di questi due uomini è, seppur in misura diversa l’uno dall’altro, meno condizionato dalle costanti suggestioni proiettate dal governo sulle menti dei cittadini e la loro individualità sembra finalmente poter emergere con l’arrivo in città di John, il Selvaggio.

A differenza di Helmholz e di Marx, concepiti in provetta come i propri simili e succubi dei medesimi condizionamenti, John è stato partorito da una donna, strappata, suo malgrado, all’idillica società moderna e cresciuto all’interno di una riserva di indigeni.

Rispetto a Bernard, John soffre di una più tragica forma di solitudine: orfano del “Mondo Nuovo”, che ha conosciuto solo tramite i racconti della madre e rifiutato da quello indigeno in cui è nato, non ha realmente posto nel mondo e trova consolazione solo nella lettura di Shakespeare (“Brave new World” è un verso che compare nella “Tempesta”) e nel culto di Dio.

Quando viene catapultato da Bernard nella nuova società inglese, in cui l’arte è stata abolita e rimpiazzata da frivoli intrattenimenti propagandistici, dove l’unica religione ammessa è quella di Ford, e in cui l’amore romantico ha perso ogni valore ed è considerato perfino ridicolo, John attraversa una dolorosissima crisi.

In lui si riuniscono tutte le caratteristiche che i governatori mondiali hanno cercato di eradicare per ottenere la necessaria stabilità: forte emotività, insicurezza, amore per la bellezza, devota tensione verso il divino.

John ha un temperamento sanguigno ed agisce in base a precisi canoni morali che, nel Mondo Nuovo, non hanno alcun significato ed è per questo che rimane scandalizzato dinanzi ai costumi della rinata comunità inglese. La superficialità delle relazioni interpersonali, l’indifferenza collettiva dinanzi alla morte, l’assuefazione alla droga lo turbano a tal punto da portarlo a reazioni violente e folli.

Il che ci riporta al concetto iniziale: John è quella condotta d’acqua sotto pressione che esplode senza preavviso, incapace di contenere l’onda delle proprie passioni. Le sue emozioni e la sua forte individualità, alimentate soprattutto dalla sua cultura letteraria, lo rendono instabile e infelice, a differenza dell’ignara e imperturbabile popolazione avvezza al condizionamento ipnopedico e al Soma.

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Non a caso Huxley  descrive la comunità del mondo nuovo come completamente priva di memoria storica e culturale (<<“La storia è tutta una sciocchezza”>>): l’arte, qualunque sia la sua forma, turba l’essere umano, scatenando emozioni che nuocciono alla stabilità della piramide sociale. Così come l’istituzione famigliare, va bandita, al fine di preservare la quiete collettiva.

<<Bisogna scegliere tra la felicità e ciò che una volta si chiamava la grande arte. Abbiamo sacrificato la grande arte>>.

La crudele ironia dell’autore sta proprio nel contrapporre il progredire della follia di John alla serena ingenuità dei suoi simili: la società oppressa dall’onnipresente occhio governativo è libera dalla consapevolezza della miseria e dal dolore, mentre John, libero a livello intellettuale, è schiacciato dal peso delle sue stesse idee e passioni, e finisce per impazzire.

Il grande genio di Huxley sta, fra le altre cose, nell’aver ideato un universo alternativo privo di quegli elementi che, nella nostra quotidianità ci portano felicità (arte, affetti, libertà di scelta e azione) i cui abitanti sono, nonostante queste mancanze, pienamente felici.

Il paradigma della società standardizzata, condizionata e inebetita dalla droga funziona (almeno nell’opera letteraria) e vede soccombere, invece, colui che rappresenta libertà, intelligenza e unicità.

Ecco perché, in fin dei conti, sorge una domanda: quella del Mondo Nuovo è una Distopia o un’Utopia?

Questa potentissima dittatura, capace di sottomettere l’intera popolazione mondiale senza far ricorso alla violenza può trovare una giustificazione nella felicità di coloro che assoggetta?

Il fine giustifica i mezzi?

La risposta potreste (oppure no) trovarla all’interno di quest’opera geniale, che vi invito caldamente a leggere, insieme al commento che Huxley stesso ne fa distanza di vent’anni in  “Brave New World Revisited” (“Ritorno al Mondo Nuovo“).

Lascio a voi il compito di scoprire tutte le sfaccettature dei personaggi che ho solo citato e di tirare le conclusioni riguardo questo complesso e controverso universo fittizio.

Informazioni su Silvia Guarino

Datemi un libro affascinante, un film commovente, una canzone dal testo imperscrutabile e li spolperò fino all'osso, tirando fuori significati nascosti e, può darsi, improbabili. Datemi un pensiero insulso, un'esperienza di vita quotidiana e costruirò una cattedrale di parole per raccontarveli, anche se sembra che non ci sia nulla da dire. Chissà, alla fine io e voi potremmo riuscire a capirci qualcosa di questo mondo.

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