L’incurabile pessimismo del lettore esigente

Tutto è cominciato quella volta in cui ho sognato John Steinbeck che veniva a casa mia (solo che non assomigliava proprio a Steinbeck, ma a un qualche cugino di mia madre che vive al Nord).

Si, so benissimo che non ha senso e che è morto da un pezzo, ma volete mettere la soddisfazione di farsi autografare l’edizione della nonna della Valle dell’Eden da un tipo che potrebbe essere lo stesso che ha vinto il Nobel per la letteratura? Insomma, in quel momento non m’importava dell’assurdità della faccenda e sono corsa a prendere il libro, quasi con le lacrime agli occhi per l’emozione.

Tralasciando il grado di follia che raggiungo nella mia fase r.e.m., tutto questo mi ha fatto riflettere su come siano cambiate le mie abitudini di lettrice nel corso del tempo.

Fino a qualche anno fa, probabilmente avrei sognato J.K. Rowling e avrei vagato per una libreria alla ricerca di un volume dal titolo sconosciuto e accattivante, magari la novità del mese.

In questo modo ho acquistato dei libri meravigliosi, che per me sono diventati dei cult, ma è anche così che sono rimasta delusa da storie banali e scritte in modo approssimativo.

dvdsBVDS

Ecco, questo è l’esempio di un libro cult, per la sottoscritta

Poi, un giorno ho scoperto la letteratura russa e ho cominciato a recuperare dalla libreria di famiglia storie scritte almeno un centinaio d’anni fa da autori rimasti stecchiti così a lungo che faccio fatica a pensare che siano esistiti davvero.

Storie “datate” come Anna Karenina, I Fratelli Karamazov, opere di Thoreau o di signori un po’ più gagliardi quali Salinger, Fitzgerald e Steinbeck, appunto. Insomma, a vent’anni i miei miti sono persone morte e putrefatte e libri di epoche che a malapena riesco a immaginare.

Cattura

Il problema è che più scavo nel passato, più mi imbatto in opere grandiose, di cui le moderne non sono che l’ombra; più penso ai volumi che trovo in libreria ogni giorno, più capisco quanto sia difficile che un autore emergente raggiunga il livello delle mie amate mummie.

(E per decenza non apro il discorso “Giovani youtuber che pubblicano libri” o non ne usciamo vivi).

Voglio dire, prima c’era D’Annunzio, ora c’è Volo. Prima Joyce e poi Stephenie Meyer. Un tempo Hemingway, ora Wilbur Smith. DOVE ANDREMO A FINIRE? dico io.

Magari sono vecchia dentro, pessimista e senza speranza.

Su, dai, ci sono Murakami, Baricco, tanti autori da scoprire, tante giovani promes… no.

Il fatto è che un passaggio come quello del “Grande Inquisitore”, delle descrizioni soavi come quelle di Steinbeck, una riflessività tanto epica come quella di “Walden“, la sublime maestria di Shakespeare sono irripetibili.

Dunque, forse dovrei rassegnarmi e lanciarmi coraggiosamente nella lettura dei best seller dell’ultima settimana in libreria, oppure trasformarmi precocemente in una vecchia scorbutica che vive in un passato non suo.

Probabilmente, ho solo bisogno di un’iniezione di fiducia nella letteratura contemporanea. Magari allo stato liquido. Magari di un bel giallo ambrato e in un bicchiere da pinta.

 

Informazioni su Grace B.T. Pines

Parlerebbe sempre di musica se potesse, ma la verità è che qualunque argomento la stuzzica e proprio non riesce a non dire la sua.

Lascia un commento